venerdì 24 ottobre 2014

RIFORMA TITOLO V

Il Consigliere Raimondo Donzel è intervenuto durante la sessione straordinaria del Consiglio di venerdì 24 ottobre 2014 nel dibattito dedicato al tema della riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione.

«Le riforme costituzionali hanno bisogno di numeri tali che implicano accordi di ampio raggio tra diverse sensibilità politiche. Credo però che tutti convengano sulla necessità di correggere le storture del bicameralismo perfetto e di ridurre il numero dei parlamentari. Da parte nostra vi è insoddisfazione perché questo primo passo della riforma è profondamente diverso da quello in senso federalista che era stato discusso all'interno del PD sin dalla sua fondazione e che si è inceppato a partire dal Governo Monti e a seguito delle pressioni da parte dell'Unione europea sul controllo dei conti dell'Italia. Penso ad esempio alla proposta di allora di un Senato elettivo delle Autonomie il cui ruolo ora, invece, viene fortemente ridimensionato rispetto a quello della Camera. Inoltre troppo forte è la riforma del Titolo V che si ispira ad una logica di controllo della spesa a livello centrale e che riduce le competenze delle Regioni, in particolare le Regioni e le Province autonome. È chiaro che bisogna evitare che il progetto sia assunto così com'è.

Io non credo che la riforma in atto sia così facilmente correggibile perché ci sono tensioni talmente forti nel nostro Paese che impongono percorsi non facili. Dobbiamo quindi far sentire le nostre posizioni perché l'impianto della riforma torni al suo senso originario: io sono profondamente convinto che il federalismo sia non solo il modello di alcune grandi democrazie come gli Stati Uniti e la Germania, ma sia anche il motore di una ripresa economica, quindi l'idea centralista, in una impostazione liberista del mercato, è teoria che non è utile ad un rilancio del Paese.

Condivido la preoccupazione sulla norma di supremazia, così com'è inserita nella riforma; ma dobbiamo essere consapevoli che essa è fondamentale negli stati federali. Se stona, in questa riforma, è perché non si sta andando nella direzione federalista. Gli spazi per intervenire sono ristretti, ma ci sono. Purtroppo gli interessi politici rischiano di schiacciare i territori di ridotte dimensioni, ma non si può stravolgere la Costituzione abolendo le Regioni a Statuto speciale. Si tratta di un'opera di mediazione difficilissima, ma i nostri Parlamentari possono appoggiarsi al Consiglio regionale qualora un'ampia condivisione. I valdostani non sono indifferenti al processo riformatore e non sono disposti a farsi eliminare la loro autonomia. Anche i cittadini vogliono la riforma, che però deve salvaguardare la nostra autonomia speciale. Il nostro gruppo sarà certamente a disposizione per dare il proprio contributo.»

Les travaux se sont conclus par l'approbation à l'unanimité d'une résolution déposée par les Chefs de groupe. L'initiative invite les représentants de la Vallée d'Aoste au sein du Parlement italien à se faire les porte-parole des positions adoptées par le Conseil régional et de la communauté tout entière.

FONTE Infoconseil

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