Il nostro programma






1. SOLO IL LAVORO CI FARA' USCIRE DALLA CRISI 

 Più lavoro per imprese, artigiani, e lavoratori dipendenti attraverso un Piano di emergenza per il lavoro.
Occorre fermare le grandi opere e predisporre un piano di piccole opere immediatamente cantierabili, riconvertendo parzialmente opere incompiute.
Archiviare progetti costosissimi che da anni sono senza finanziamenti e restano sulla carta nei cassetti dell’Amministrazione. Per superare la crisi serve LAVORO.
STOP al precariato a vita. Stabilizzazioni vere e garanzie per il lavoro stagionale.
Riorganizzazione dei cantieri forestali, integrando parte pubblica e parte esternalizzata, con una chiara distinzione dai LSU che vanno implementati per le fasce deboli, attraverso un rilancio degli LPU.
Stabilizzazione dei precari dell'USL e delle Società Partecipate pubbliche.
Regole uguali per tutti e procedure pubbliche per le assunzioni delle Società Partecipate pubbliche. Defiscalizzazione regionale nuovi assunti. Esodo incentivato e prepensionamenti finalizzati alla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione.

Un piano per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del Lavoro sia come avvio al primo lavoro sia come sostegno ad avviare un’impresa, un laboratorio artigianale, un’attività commerciale. 

  
2. TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA E TRASPARENZA DEI CANDIDATI E DEL PALAZZO
 Taglio del numero dei Consiglieri regionali (Non più di 29).
Taglio al numero degli Assessori (Non più di 6).
No all’Assessore tecnico per aggirare il taglio dei Consiglieri.
Ulteriore taglio dei compensi, che con il taglio del numero di consiglieri e assessori regionali, porti a un risparmio totale di 2.000.000 di euro da reinvestire subito in LSU.
Limite di due mandati per le cariche esecutive, fissato in legge come per i sindaci.
Riduzione dei compensi dei manager e dei dirigenti della Società partecipate: nessuno può guadagnare più del Presidente della Giunta (dedotta l’indennità prefettizia) 160.000 euro lordi.
Tagliare liquidazioni e pensioni d’oro ai manager pubblici.
Lente d’Ingrandimento sulla spesa pubblica per eliminare tutti gli sprechi dell’Amministrazione.
Abbattimento totale delle consulenze in presenza di uffici pubblici con personale e competenze.
Ogni spreco di denaro pubblico è un insulto! SOBRIETA'!
Approvazione di una legge regionale per la Trasparenza e anti corruzione.
Contrasto alla criminalità organizzata: immediata operatività della SUA, tavolo regionale permanete antimafia, protocollo specifico per il settore dell’edilizia.
Legge per sostenere la partecipazione della società civile organizzata alla vita pubblica (accesso, sostegno organizzativo, scientifico, comunicazione).


3. NUOVO WELFARE PER l’INCLUSIONE SOCIALE E LA LOTTA ALLA POVERTA’
Le nuove forme di povertà che stanno crescendo vanno contrastate sia col lavoro sia con un welfare riorganizzato per affrontare questa emergenza.

Rafforzare i sostegni attuali con un reddito minimo di cittadinanza.
La famiglia, comunque costituita, intesa come nucleo famigliare riconosciuto all’art. 1 dalla legge regionale n.44 del 1998, deve diventare il punto di riferimento delle politiche sociali.
La famiglia non può essere utilizzata come ammortizzatore sociale ma come motore di una società più solidale e armoniosa.
Pari opportunità e politiche familiari devono procedere in parallelo.
Legge elettorale per l’introduzione della doppia preferenza di genere e la presenza, obbligatoria, della parità di genere nei diversi Consigli di Amministrazione.
Migliore conciliazione dei tempi di vita, di lavoro e di cura, coordinamento dei servizi a tempo (vacanze scolastiche, orari discontinui del tempo scuola, coincidenze trasporti-scuola).
Sostenere la maternità e la paternità, promuovere i diritti dell’infanzia, sostenere il costo economico dei figli, favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, sostenere le famiglie più povere e con fragilità.
Coordinare l’applicazione di un mix di strumenti: assegni monetari, detrazioni mirate nelle quote per le prestazioni, rete dei servizi, congedi parentali; anche attraverso l’introduzione di un “fattore famiglia”, che tenga in maggior conto il carico delle famiglie numerose.
Introduzione del fondo per la non autosufficienza e interventi emergenza anziani soli.
Dare piena applicazione al principio di sussidiarietà, che favorisca il ruolo delle associazioni no-profit, il volontariato, la cooperazione in settori nei quali le autonome forme di organizzazione della società civile possono fare meglio, con maggiore efficienza come per alcuni servizi alla persona.
Riforma Politiche casa e emergenza abitativa, che aiuti i giovani e le tante famiglie in difficoltà.


4. SANITA’ PUBBLICA PER TUTTI!
Rafforzare gli investimenti nella prevenzione, portandoli a livelli percentuali in linea con quelli delle regioni più virtuose. Potenziare i progetti e le attività finalizzati alla prevenzione degli stili di vita dannosi per la popolazione.
Razionalizzazione dei costi che non colpisca il personale, con particolare riferimento ai precari, e soprattutto la qualità del servizio.
Attuazione degli accordi intrapresi con le rappresentanze sindacali finalizzati alla stabilizzazione del personale precario o con contratti diversi da quelli a tempo indeterminato.
Potenziamento dei servizi territoriali, affinché si realizzi un vero e proprio filtro che limiti gli accessi impropri ai servizi ospedalieri. Il sistema sanitario deve essere ripensato in funzione della presenza dei servizi sul territorio e sulla sinergia con i grandi centri di cura specialistica nazionali, rilanciando la prospettiva di un nuovo ospedale per acuti.
Il Consiglio Regionale deve riacquistare un ruolo di primo piano nelle scelte strategiche riguardanti la sanità. È necessario ridimensionare lo strapotere decisionale del Presidente della Giunta e dell'Assessore alla sanità, ridefinendo percorsi decisionali che coinvolgano fattivamente le commissioni consiliari e il Consiglio Regionale.
Devono essere applicati meccanismi di scelta e selezione del personale basati esclusivamente sul merito e sulla valutazione comparata dei curricula. La politica non deve intervenire in alcun modo nella selezione dei dirigenti e la nomina del Direttore Generale e del suo staff deve avvenire tramite prove pubbliche e non discrezionali.


5. ISTRUZIONE, FORMAZIONE E CULTURA PER DARE UN FUTURO AI GIOVANI
Garantire il diritto allo studio e contrastare l’abbandono scolastico.
Rilanciare il sistema di istruzione professionale regionale non solo nella scuola paritaria ma anche in quella pubblica esercitando le nostre competenze.
Innovare gli indirizzi per la scuola secondaria di II grado.
Adeguamento e messa in sicurezza delle strutture scolastiche nel programma per le piccole opere.
Organico funzionale stabile, piano per esaurimento graduatorie dei precari della scuola.
Garantire diritto allo studio anche a livello universitario per recuperare il basso tasso di laureati valdostani.
Dare una prospettiva di sviluppo concreto e di ricerca alla nostra Università, in rapporto al territorio e in relazione stretta con le Università di “montagna” italiane ed europee.
Innovare il sistema della formazione professionale, favorendo la valorizzazione e la certificazione delle competenze al fine di creare un sistema di riconoscimento formale di crediti finalizzati all’acquisizione di certificazioni riconosciute a livello europeo.
Garantire lo sviluppo autonomo e libero della cultura locale , favorendo la collaborazione con e le relazioni con ambienti culturali europei.
Valorizzare la fruizione dei beni culturali, intesi nell’accezione più ampia e riferiti quindi non al solo bene fisico, ma anche al patrimonio storico, culturale, ambientale, enogastronomico e di tradizioni del territorio valdostano.
Rendere fruibile in tempi brevi l’ala Nord dell’Area Megalitica con meno di 4 milioni di euro (anziché spenderne 18).


6. FERROVIA E TRASPORTO PUBBLICO PER UNA NUOVA MOBILITA'!
Premesso che, tra le condizioni di contesto della nuova programmazione dei fondi strutturali europei (definite “condizionalità”, ovvero condizioni senza le quali non verranno concessi fondi allo stato membro o alle regioni) è presente quella legata ad un sistema di trasporti “efficiente, capillare su base regionale e prevalentemente su ferrovia”, la ferrovia deve diventare il cardine del sistema pubblico integrato dei trasporti attraverso investimenti prioritari su elettrificazione, raddoppio selettivo dei binari, riduzione tempi di percorrenza.
Il trasporto su gomma si integra con la ferrovia in un sistema unico di trasporto regionale.
Più autobus, più collegamenti con veicoli più piccoli e meno costosi e meno inquinanti, servizi a chiamata, car sharing.
Biglietto unico integrato per il trasporto pubblico regionale.
Riduzioni tariffarie dell’Autostrada e dei Trafori per tutti i valdostani.
I lavori dell’aerostazione devono essere rivisti per una soluzione di uso parziale e immediato. L’aeroporto deve essere rimesso subito in funzione per il volo a vela e turistico e per aerei di piccole dimensioni.
Mobilità urbana, con l'obiettivo 20-20-20 (a piedi-bici-bus) ovvero il 60% degli spostamenti senza utilizzo del mezzo privato a motore.
Pedonalità, ciclabilità e promozione del trasporto collettivo come strumento di salute e benessere e di riduzione dell'inquinamento.



7. AMBIENTE E TERRITORIO BENI COMUNI DA VALORIZZARE
La difesa dell’ambiente, dei suoli - con il contenimento massimo delle aree destinate a nuove edificazioni e il completo recupero dell’edificato-, la cura del paesaggio non sono attività limitative dello sviluppo ma sono la nuova forma di sviluppo che vogliamo per la Valle d’Aosta.
Fondamentale è la prevenzione del dissesto idro-geologico del territorio, anche attraverso l’attività mirata dei cantieri idraulico-forestali.
A partire da una nuova cultura nella gestione dei rifiuti può nascere un nuovo modo di produrre e utilizzare consapevolmente le risorse locali.
La scelta di trattare a freddo i rifiuti è un primo passo verso una gestione “rifiuti zero” e per riaffermare un rapporto più armonioso con il proprio ambiente e per cercare una nuova compatibilità fra produzione e qualità della vita.
L’agricoltura di montagna va sostenuta e implementata attraverso la ricerca e un’organizzazione che valorizzi la qualità dei prodotti e la produttività, garantendo il presidio del territorio e la cura del paesaggio.


8. TURISMO MOTORE DELLA VALLE d’AOSTA
Il turismo è il vero e proprio volano di un’economia che guarda al futuro puntando sulla qualità dell’offerta. Il pubblico deve sostenere l’impresa attraverso la qualità di alcuni servizi e l’adeguamento di strutture a standard sempre più elevati. Non ci può essere competizione fra strutture pubbliche e private. Le proprietà pubbliche devono essere date in gestione all’impresa privata.
Bisogna sostenere quanti, con coraggio e determinazione, hanno deciso di investire nel turismo, cominciando dal non soffocare le imprese con la burocrazia regionale. La Burocrazia è al servizio dell’impresa e dei cittadini.
La montagna non solo nella stagione invernale è il nostro prodotto principale su cui si innesta, l’enogastronomia, l’agricoltura, l’artigianato e l’enorme patrimonio culturale di cui disponiamo grazie a millenni di storia. Serve più sinergia, collaborazione e coordinamento tra i settori produttivi regionali.
Valorizzare il piccolo commercio nei centri storici e nel paesi di montagna e bloccare i nuovi insediamenti della grande distribuzione.


9. LO SVILUPPO ECONOMICO NON PUO' CHE ESSERE SOSTENIBILE 
Green economy e prospettiva di attività di filiera sul nostro territorio. La vocazione edilizia deve consentire un recupero dei centri storici, che abbia come obiettivo primo la messa in sicurezza e l’ecosostenibilità degli edifici, puntare su una nuova architettura di montagna, valorizzando materiali a chilometro zero (pietra e legno).
La ricerca finalizzata alla sostenibilità ambientale può aprire nuovi spazi ad un’industria ecocompatibile con un territorio di montagna che fa della qualità della vita in ogni settore il suo punto di forza.
Occorre un nuovo piano strategico di sviluppo industriale, con un preciso orientamento di sostenibilità ambientale.
Approvare un nuovo piano energetico in cui l’utilizzo dell’energia solare, dell’acqua e dell’energia eolica sia pubblico, attraverso Comuni e Regione, e privilegi sempre la qualità dell’ambiente.
Nuove forme di controllo devono garantire il deflusso dei torrenti.


10. AUTONOMIA DOVE I CITTADINI CONTANO
Per realizzare tutti questi punti abbiamo uno strumento formidabile e invidiato da tutti: l’Autonomia. Ma deve diventar Autonomia responsabile e partecipativa, che valorizzi i diritti di cittadinanza.

La Regione deve diventare trasparente: totale accessibilità agli atti e comunicazione più diretta coi cittadini, anche attraverso l’uso di strumenti digitali e nuove tecnologie (open government e open data).
Abolizione del quorum nel referendum propositivo e svolgimento in concomitanza con altre elezioni come in tanti paesi del mondo
Riorganizzare i Comuni per consentirne il funzionamento: accorpamento delle funzioni ed esercizio associato dei servizi alla base di nuove comunità di Valle e di comuni attigui del fondovalle.
Rivedere i rapporti fra Regione e Comuni: effettivo riequilibrio dei poteri, anche attraverso la garanzie di risorse certe e adeguate per gli Enti locali.
Guardare all’Europa, non solo come a una fonte di finanziamento, ma anche come punto di riferimento per l’affermazione di un’autentica prospettiva federalista.



Nessun commento:

Posta un commento