Il Capogruppo del PD-SinistraVdA, Raimondo Donzel, ha aperto, in Consiglio regionale, gli interventi del pomeriggio sul bilancio, sottolineando che
«Come ci ha insegnato Simone Weil, da soli non si fa gran strada, la scelta delle democrazie è chiara: più persone concorrono a tracciare una strada. Ed è quello che noi vorremmo fare con il bilancio. Con questo dibattito, si è aperta una fase congressuale da parte dei movimenti autonomisti, noi in questa sede intendiamo ribadire che solo se ci sono le condizioni programmatiche di cambiamento, il dialogo proseguirà. Se, invece, siamo qui per fare teatro di facciata per salvare il disastro politico, perché da quello economico non ci si salva con questo bilancio, sicuramente non ci sarà il nostro consenso. Questa non è la strada per rendere migliore il Consiglio regionale: servono trasparenza e serietà e noi, in questi anni, non abbiamo visto scelte strategicamente decisive per la tutela del lavoro e dei cittadini.»
Analizzando la parte delle entrate, il Consigliere ha detto che «La Valle d'Aosta non vive la crisi in modo uniforme: ci sono persone che si stanno arricchendo mentre altri cadono in povertà. Si continuano a chiedere sacrifici a chi non è in grado di farne! Va ripensato il sistema Valle d'Aosta e va ripensato il nostro modello di autonomia: non raccontiamo la favoletta che qui non c'è più l'autonomia! Non siamo in mezzo ad una strada perché il nostro ordinamento finanziario ci assicura ancora i dieci decimi sulle imposte.
La crociata che la maggioranza continua a fare contro lo Stato nasconde la mancanza di serietà e di responsabilità nel gestire le risorse disponibili.
Noi non ci stiamo.
Lo Stato italiano non funziona; ma anche la Regione Valle d'Aosta è gestita male, in alcuni casi molto male. Le scelte politiche messe in campo registrano una riduzione della spesa del 2% per gli organismi istituzionali della politica, mentre all'agricoltura si tolgono il 50% e agli investimenti il 31%.
La classe politica e dirigente deve invece dare un segnale forte alla comunità valdostana, iniziando a fare per prima i sacrifici richiesti ai cittadini.
Nel settore della scuola, ci sono delle eccellenze, ma l'abbandono scolastico è in aumento, l'edilizia scolastica è disastrata e si continua a tagliare sul diritto allo studio universitario. Volete avviare un progetto sperimentale ma senza garantire il diritto di tutti i ragazzi valdostani, anche quelli che frequentano le scuole di montagna, di imparare l'inglese. Invece di accontentare due genitori autonomisti che scalpitano va ripensata l'università per formare gli insegnanti, sviluppando nei futuri docenti le competenze necessarie per insegnare le lingue ai nostri ragazzi.
Non ci sono soluzioni per risolvere la crisi dell'industria e dell'artigianato, si perde tempo.
Non si stabilizzano i precari anche se in molti casi si risparmierebbe denaro pubblico.
Simone Weil diceva "Non c'è bisogno di un'isola per essere abbandonati"
La sensazione che abbiamo è che si stia abbandonando la comunità: molti sono lasciati soli ad affrontare la povertà; noi, invece, non vogliamo abbandonarli e vogliamo trasformare il sistema valdostano, anche per garantire a tutti una chance di lavoro e di vita.»
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