L'intervento di Jean-Pierre Guichardaz questa mattina in #consvda sul bilancio regionale.
"Cosa si può dire di questo disegno di legge finanziaria? beh si può dire che appare come un puro e semplice esercizio contabile, o come lo ha definito il collega La Torre uno "strumento contabile", che si pone come unico obiettivo la quadratura dei numeri. A leggerlo, questo "strumento contabile", sembra proprio un provvedimento senza prospettive, senza una visione né di breve né di lungo termine, un bilancio (e riprendo di nuovo le parole del collega La Torre) "difensivo e di transizione", in buona sostanza un bilancio stanco e senz'anima. Qualcuno potrà dire che non è compito della legge finanziaria indicare la strada o dare una prospettiva, che una norma di questo tipo può anche limitarsi a definire le poste di bilancio, le attribuzioni dei finanziamenti a questo o a quel capitolo, beh noi pensiamo invece che in un momento di crisi come questo la legge finanziaria dovrebbe strutturarsi quasi come un programma, non elettorale, ma operativo e anche politico, un programma di intenti, di prospettiva appunto.
Non condividiamo, noi del PD Sinistra VdA, l'idea (espressa tanto dal relatore quanto dal presidente Rollandin) che il 2015 sia un anno di transizione, che debba cioè consumarsi nell'attesa che si ridefinisca il principio dell'intesa, in attesa che si faccia chiarezza sul patto di stabilità, in attesa che avvenga il miracolo della ripresa o della ripresina. Noi del PD Sinistra VdA non condividiamo questa impostazione perché pensiamo che proprio nei periodi di crisi e di incertezza si debba reagire attraverso provvedimenti strutturali, attraverso una reale politica di rilancio degli investimenti, del lavoro. Invece siamo in presenza del NIENTE dal punto di vista programmatico (lo avete praticamente detto voi!), siamo di fronte a un copia e incolla al ribasso della finanziaria 2014, a un disegno di legge senza nerbo, senza coraggio, come d'altronde senza coraggio è stata, ed è tutt'ora, l'azione di questo governo regionale, di questa maggioranza. Una mancanza di coraggio e di prospettiva che può passare inosservata quando tutto va bene, quando ci sono risorse a perdere, ma che non può essere perdonata quando la crisi, la più terribile delle crisi dal dopoguerra ad oggi (a detta di tutti gli analisti), morde, e morde forte! Una crisi, colleghi, che non si è manifestata inaspettatamente nell'ultimo periodo, da quest'anno o dall'anno scorso, ma che ci perseguita, che perseguita tutti indistintamente, da svariati anni.
La nostra regione, anche in virtù della sua autonomia, del tanto declamato autogoverno, avrebbe dovuto maturare, negli anni in cui vi erano grosse disponibilità economiche, una capacità di investimento razionale e soprattutto ottimale delle risorse, una capacità di decidere secondo una vision (come si dice oggi...) di lungo termine. Dovrebbe, una regione che si è orgogliosamente autogovernata per decenni, essere un esempio di buone pratiche, dovrebbe essere l'emblema della maturità civica e politica della propria classe dirigente, e soprattutto dovrebbe, una regione che DA DECENNI RECLAMA la propria autonomia, aver sviluppata una eccezionale capacità di reazione alle avversità. Invece osserviamo una incapacità totale di agire, anzi di reagire, una incapacità davvero imbarazzante, che si tramuta in una perdita di orgoglio, che si manifesta con la costante lamentazione contro i fattori esterni, contro le cosiddette cause esogene (e le relazioni che abbiamo ascoltato ieri sembrano dischi rotti che ripetono tutti le stesse cose: la crisi, Roma cattivona, l'Europa...). Lamentazioni a cui, peraltro, COLLEGHI, non seguono mai prese di posizione forti (e soprattutto motivate) a tutela delle nostre prerogative, né da parte di questa maggioranza (se ancora esiste una maggioranza) né tantomeno da parte dei nostri parlamentari (che continuano ad essere NON pervenuti sulla scena!, tranne quando votano come soldatini obbedienti a favore del Governo Renzi, quello che poi fuori aula contestano, contestate, a ogni pié sospinto), ma anche lamentazioni a cui non seguono vere azioni di contrasto contro le cause profonde della crisi. Non si può solo accusare l'Europa, l'Italia, il mondo intero di questa drammatica situazione in cui stiamo precipitando inesorabilmente (e d'altronde quando non si sa che pesci pigliare è comodo cercare un nemico esterno: la cattiva e irriconoscente Italia, l'Eurocrazia dei burocrati, il governo nemico dell'autonomia!).
Dicevo che non si possono solo solo accusare i "fattori esterni", è necessaria una profonda autocritica che rilegga il passato (e direi anche il presente) in una luce diversa, che ammetta errori, sottovalutazioni, opportunismi. Che ammetta, ad esempio, che determinati investimenti, determinati progetti, se non per motivi clientelari o addirittura autocelebrativi, siano stati fatti così, magari per soddisfare l'ego di qualche capo e capetto, progetti del tutto autoreferenziali che non hanno il sostegno di una vera e propria vision di ciò che dovrebbe essere la nostra regione, il nostro "sistema Valle d'Aosta", anche in prospettiva. Ammettere che ci si è sbagliati o anche semplicemente che non è più tempo di scialare "tanto per scialare" sarebbe già un buon passo avanti nella consapevolezza che le cose sono cambiate, forse irreversibilmente.
Ma a guardare questo disegno di legge sembrerebbe di cogliere, da una parte una rassegnazione agli eventi, (che tanto non dipendono da noi!!), dall'altra l'incoscienza di chi non vuole prendere atto che i tempi sono cambiati e che è fallita una politica tutta arrotolata sulle proprie esigenze, sui propri interessi elettorali, clientelari. Leggiamo di provvedimenti praticamente ad personam, davvero imbarazzanti, vediamo blindature di finanziamenti, se non incrementi di finanziamenti, che non hanno altra ragione che di conservare un pezzettino di elettorato (caso mai tornasse utile andare ad elezioni!), una qualche clientela, e dall'altra parte vediamo tagli drammatici, inspiegabili, in settori che, per loro natura, dovrebbero essere anticiclici (le politiche sociali, la sanità, le politiche del lavoro), che dovrebbero essere rifinanziati con ancora più risorse considerato il momento drammatico di bisogno della società, la condizione disperata di molti nostri concittadini. La legge finanziaria è forse la rappresentazione più evidente di questa incapacità di uscire dalle secche del clientelismo, del piccolo cabotaggio, è la rappresentazione dell'azione estemporanea, quella che ha caratterizzato, d'altronde, la gestione di questo governo.
È evidente che non siamo stati capaci, ANZI che non SIETE stati capaci (diciamo chiaramente di chi è la responsabilità di questo disastro!), di dare una direzione a questa regione. Diciamolo! che se oggi siamo qui a discutere di una finanziaria tutta in difesa, di una finanziaria da retrovia, di un copia e incolla al ribasso, peggio ancora di quella dell'anno scorso (e tutti pensavamo di aver toccato il fondo...), è perché negli anni non avete saputo dare una direzione, individuare le priorità, siete stati come quei bambini capricciosi che hanno voluto tutto e subito, che non hanno saputo porsi dei limiti, che non sono riusciti a guardare un po' più in là del proprio giardino. Lo vogliamo dire una volta per tutte che si è male amministrata la montagna di soldi che sono arrivati fino ad ora dalle tasse dei nostri cittadini (da quel riparto fiscale che ora non vi basta più!), dallo Stato (questo cattivone!), dall'Europa (questa brutta Europa)? colleghi potrebbe essere anche una forma di catarsi liberatoria dirselo, dirsi che la nostra regione è stata male amministrata, forse anche perché c'erano tanti, troppi soldi da spendere; lo vogliamo dire che VOI oggi più che mai date l'impressione di aver buttato via un patrimonio di risorse, e perché no anche di progetti, di prospettive; oggi fate venire ai cittadini il sospetto di aver investito dove non era necessario, di aver speso soldi inutilmente (altrimenti perché ridurre l'agricoltura, da un giorno all'altro, all'ombra di ciò che era: le risorse sono passate dai quasi 50 milioni del 2012 agli 8 milioni e mezzo del 2015 - cinque volte meno! - ? Perché decimare i finanziamenti per la tutela dell'ambiente, per i rischi naturali, per l'assetto idrogeologico, per la conservazione e la tutela del nostro patrimonio forestale e faunistico...: il capitolo "governo del territorio" è passato dai 101 milioni di euro del 2010 ai 23 e rotti del 2015!; dimostrate, colleghi della maggioranza, con questo provvedimento O di aver speso male in passato O - ed è molto peggio! - di sottovalutare la situazione di fragilità del nostro territorio, della nostra economia rurale? E presidente non ci venga a dire, per favore, che l'agricoltura ha già avuto abbastanza e che oggi gli agricoltori devono cominciare a mettere a frutto ciò che gli è stato dato: non è così, presidente, che si insegna la sobrietà, l'uso responsabile e consapevole delle risorse, non è da un giorno all'altro, senza nessun preavviso, senza alcun percorso o proposta alternativi che si risolvono le necessità di un intero settore economico o che si mette al riparo il territorio.
Non è così (e lei lo sa bene... ), ma non sa più, presidente!, come fare a giustificare (e allora mette le mani avanti!) NON gli inevitabili tagli di bilancio ma i rivoli di spesa che ANCORA vi ostinate a non voler ridurre, che ancora vi fanno comodo, e allora Presidente lei è abile a richiamare alla condivisione delle responsabilità, minacciando magari le elezioni anticipate, sapendo bene che su qualcuno è un argomentazione che fa leva, eccome se fa leva... Lei presidente, e anche lei signor relatore, vi dichiarate soddisfatti per il lavoro condiviso che si sta facendo sul Casinò, sulle partecipate, vi dichiarate soddisfatti, perché sapete di aver creato condizioni di insostenibilità del sistema, con i clientelismi, con le promesse, puntualmente rinnovate in campagna elettorale. Per quello che ci riguarda noi del PD SX Vda non siamo disposti ad assumerci la responsabilità delle VOSTRE colpe, non siamo disposti a condividere scelte che solo VOI dovete assumervi, magari dopo aver fatto un opportuno mea culpa e un'analisi sul perché avete portato la situazione a questo punto (sul casinò abbiamo voluto essere chiari: noi non condividiamo alcun percorso se non c'è una prospettiva di rilancio e soprattutto se VOI non vi assumete la responsabilità di mandare a casa chi ha fallito!). Volete continuare a sostenere che tutti ce l'hanno con noi, magari revisionando un vecchio linguaggio da indipendentisti della prima ora, vistosamente annacquato dal benessere e forse anche dalla noia che traspare in ogni cosa che dite, fuori e dentro quest'aula. Senza un'elaborazione vera e concreta delle vostre colpe, delle vostre responsabilità rischiamo di fare una legge di bilancio che cerca di tamponare le falle sapendo che prima o poi queste ci manderanno a picco. E vogliamo dirlo, colleghi, che non abbiamo saputo cogliere il pungolo che viene dalla crisi, l'abbiamo subita, e oggi ne prendiamo semplicemente atto decretandola con un documento che mette in colonna i più e i meno, scopiazzando dalla legge finanziaria dell'anno scorso, riprendendone sostanzialmente la struttura, ma con molte meno risorse (la copia sbiadita!). Per quello che ci riguarda, e parlo per noi del PD Sinistra VdA, credendo di cogliere anche le sensibilità dei colleghi della minoranza, abbiamo cercato di dare il nostro contributo di idee, di proporre la nostra visione in questo anno e mezzo di legislatura. Crediamo di non aver fatto solo un'opposizione sterile, di retroguardia, tanto per delimitare il nostro ruolo, il nostro campo d'azione. Noi da subito ci siamo proposti come alternativi, come alternativa, cercando di non demolire ma di fare proposte concrete, costruttive, nello spirito di chi vuole dare il proprio contributo, e anche questa volta non ci siamo limitati a presentare qualche emendamento di facciata, giusto per affermare la nostra esistenza, ma pensiamo di aver costruito dei percorsi che vadano nella direzione del tanto auspicato cambiamento di marcia, con la consapevolezza che è passata un'era e davanti abbiamo sfide importanti da affrontare. Noi vogliamo dire la nostra perché siamo convinti di avere qualcosa da dire e soprattutto di avere delle idee per il rilancio della nostra regione. Vi illustreremo il nostro programma di cambiamento, non dei semplici emendamenti, e speriamo ci siano delle convergenze per il bene della nostra regione e dei nostri concittadini, al di là di ogni ammiccamento o prove di cogestione e consociativismo che francamente non ci appartengono e non ci interessano!"
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