lunedì 25 aprile 2016

IL NOSTRO #25APRILE

In occasione delle celebrazioni del 25 aprile siamo stati a Verrès e Champdepraz con il capogruppo Jean-Pierre Guichardaz e l'Assessore Raimondo Donzel.

A Champdepraz l'Assessore Donzel ha tenuto l'orazione ufficiale.

Il coraggio di vincere le nuove paure

Celebrazione del 71esimo Anniversario
della Liberazione
25 aprile 2016
Champdepraz

Partigiane e partigiani,
Signor Sindaco,
Autorità civili e militari,
Associazione Alpini,
Alunne e alunni,
Cittadine e Cittadini,

sento profondamente l'onore e la responsabilità conferitimi dall'ANPI della Valle d'Aosta di portare un messaggio per celebrare l'anniversario della Liberazione, il 25 aprile. 

Ed è anche l'occasione per trasmettere a tutti il saluto partecipato del governo regionale, che attraverso il Comitato per il 70esimo è impegnato a divulgare la conoscenza e sostenere i valori della Resistenza.

Importante e bello ritrovarci ancora qui ai piedi di questo monumento di Champdepraz, dove sono ricordati i partigiani Locatelli, Pennacchio e Gévroz che militarono nella 176a Brigata Garibaldi e che si immolarono per darci la Libertà e l'Autonomia. Le stesse Libertà e Autonomia ci affidano oggi il dovere di una memoria attiva e partecipata se vogliamo che la democrazia sia forte contro le tentazioni populiste e reazionarie che hanno ripreso vigore alimentate dal terrorismo, dalla crisi economica, dai processi migratori;
affinché la nostra Autonomia sia rafforzata da un rinnovato federalismo europeo contro ogni ritorno a chiusure etniche e nazionaliste reazionarie e xenofobe.

Anche questo piccolo Comune di montagna, abitato da gente semplice e laboriosa, fu travolto dal dramma della Guerra mondiale che non risparmiò a nessuno lutti, sacrifici, sofferenze e privazioni.

Anche qui come in tutta la Valle d'Aosta un gruppo di giovani trovò il coraggio e la forza di ribellarsi alla dittatura, di unirsi e collaborare con altri giovani valdostani, italiani e stranieri nella Lotta di liberazione.
Ma soprattutto ebbe il coraggio di vedere una Luce attraverso le ombre oscure dell'odio, ebbe il coraggio di desiderare la Libertà per tutti mentre nei campi di sterminio era in atto il più orrendo genocidio della Storia, ebbe il coraggio di sognare un mondo migliore, o anche più semplicemente e grandiosamente il coraggio di amare la pace.

Infine fu tutto un villaggio, un'intera Regione a mobilitarsi: fu una crescente partecipazione di uomini e donne di diverso orientamento politico, comunisti, socialisti, cattolici, autonomisti, repubblicani ed anche liberali e monarchici. Soldati, ufficiali, tra loro tanti Alpini, operai e ingegneri, contadine e casalinghe, parroci e suore, molti giovani che non intendevano più servire il regime e sottomettersi all'occupazione nazista; decisi a riprendersi in mano il proprio destino.

Ci voleva coraggio, tanto coraggio, durante il ventennio, quando il dittatore imponeva con la forza, la violenza e il terrore il suo regime; e tanto coraggio dopo l'8 settembre 1943, quando il re fuggiva e l'Italia sprofondava nel caos, per avventurarsi sulle montagne con poche armi, e organizzare le prime bande. E poi resistere a rappresaglie, e ai lunghi e freddi inverni del '43 e del '44. E ci volle coraggio, tanto coraggio, e tanta generosità anche a pochi mesi dalla liberazione, quando già alla radio si potevano sentire i messaggi pieni di fiducia che annunciavano l'avanzata inesorabile degli alleati; coraggio, per raggiungere le truppe partigiane pronte alle decisive azioni che avrebbero portato la libertà. Non dimentichiamo che a pochi giorni dalla liberazione caddero in tanti, perché la follia e la crudeltà nazifascista non venne meno, sino alla fine.

Oggi preoccupati dall'avvenire, dalle tante guerre locali, sempre più violente e globali, da nuove forme di terrorismo, dall'incertezza che una lunga crisi economica e sociale disegna per il futuro, da immensi processi migratori, siamo tentati dalla paura. Ci chiudiamo nel nostro egoismo e siamo incapaci di affrontare la sfida del domani, la sfida delle riforme e del cambiamento, in modo solidale e coeso.
La libertà per tutti deve essere il nostro faro come lo fu durante la Resistenza.

Ecco in questo anniversario del 25 aprile vorrei che i nostri giovani non si lasciassero intimorire dalle paure delle generazioni precedenti e ascoltassero nei loro cuori le voci di quel coraggio e di quella fiducia in un futuro migliore, in un  mondo di pace e giustizia sociale, che animò i giovani di settant'anni fa.

Dobbiamo vincere la paura con la solidarietà.
Dobbiamo costruire la pace senza cedere spazio a chi semina terrore.
Dobbiamo farlo tutti insieme, cercando dentro di noi un po' di quel grande coraggio di chi donò la sua vita per la Libertà!

#Antifascistisempre

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