mercoledì 4 novembre 2015

MISURE DI INCLUSIONE ATTIVA E DI SOSTEGNO AL REDDITO

LA RELAZIONE IN AULA DELLA CONSIGLIERA CARMELA FONTANA


In questi ultimi anni, segnati pesantemente dalla crisi economica, le famiglie valdostane vivono un momento di particolare difficoltà. Nel 2014 infatti l'incidenza della povertà riferita alle famiglie della nostra Regione è aumentata in modo preoccupante ed anche il dato della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile, è allarmante.

La presente proposta di legge si propone di introdurre, nella nostra Regione, misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito, così come richiesto in più occasioni dall'Unione europea attraverso numerose raccomandazioni e risoluzioni, non ultima la risoluzione 2010/2038 nella quale si sottolineava "la necessità di misure concrete che sradichino la povertà e l'esclusione sociale, esplorando strategie di ritorno all'occupazione, favorendo un'equa ridistribuzione del reddito e della ricchezza, garantendo regimi di reddito minimo". 

Tali misure costituiscono uno strumento volto a rafforzare le politiche finalizzate al sostegno economico e a favorire l'inserimento sociale dei soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nella società e nel mercato del lavoro, consentendo loro di vivere in modo dignitoso.

È importante sottolinerare che, tra i ventisette paesi dell'Unione europea, soltanto in Italia, in Grecia e in Ungheria manca la previsione di misure a sostegno del reddito.

La Commissione europea inoltre ha lanciato delle iniziative per il 2020: una di questa ha per oggetto la "Crescita inclusiva", il cui obiettivo è la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale, attraverso il sostegno economico alle persone nonché aiuti per favorire l'integrazione nelle comunità in cui vivono e per trovare lavoro.

È importante sottolineare che, tra i paesi dell'Unione europea, soltanto in Italia, in Grecia e in Ungheria manca la previsione di misure a sostegno del reddito. In Parlamento sono infatti state presentate diverse proposte che mirano ad istituire il "reddito minimo garantito", o "sostegno per l'inclusione sociale", che non hanno tuttavia ancora trovato la loro forma definitiva.

Possiamo far finta di niente e continuare a parlare di numeri e bilanci lasciando che la gente diventi sempre più povera ed arrabbiata; possiamo far finta di fare qualcosa, inventando cavilli o "distinguo" anche laddove non avrebbero senso, allo scopo di lasciare tutto così com'è. Oppure possiamo provare a fare davvero qualcosa come quello che viene proposto con questa legge che non sarà una misura perfetta, ma potrà essere migliorata, non potrà accontentare tutti, ma intanto mette un primo punto fermo e dimostra come, volendo, anche la politica può dimostrare di vivere vicino alla gente, capirla e cercare di aiutarla.

La verità è che affrontare questi argomenti non è facile, ma alla fine qualcosa bisogna fare perché, per riprendere le parole del Presidente nazionale delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani – ACLI, "la povertà assoluta è in aumento. Dall'inizio della crisi è più che raddoppiata. In Italia, nel 2007, i "poveri" rappresentavano il 3,1% della popolazione. Nel 2014 sono saliti al 6,8% cioè più di 4 milioni di persone. E il paese non si può permettere di abbassare la guardia davanti ad un fenomeno che assume dimensioni sempre più drammatiche. Dobbiamo agire per evitare che continuino a crescere le sperequazioni tra le aree forti e quelle deboli del Paese."

Chi è povero è spesso escluso dalla società, da una vita piena, produttiva e serena. Non ha cibo sufficiente a nutrire e vestire una famiglia, si trova nella difficoltà di mandare i figli a scuola od anche soltanto di comprarsi delle medicine, non ha accesso al credito. Tutto ciò si traduce in insicurezza, impotenza ed esclusione. Situazioni di fragilità che favoriscono poi la violenza e l'illegalità. Ecco perché, oggi, la lotta alla povertà è un obiettivo fondamentale anche per la convivenza pacifica.

Le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito che proponiamo non rappresentano un intervento economico generalizzato, ma una misura specifica che si cala nella nostra realtà regionale, un piccolo intervento che tiene conto di chi e ha effettivamente bisogno, basandosi su criteri ben precisi e chiari. È sbagliato pensare che vada ad aiutare certe categorie di persone piuttosto che altre: tutti coloro che risultano in possesso dei requisiti previsti dalla legge vi potranno accedere.

Tali misure sostengono, nell'immediato, il reddito dei cittadini, permettendo loro di superare la soglia di povertà. In particolare, la presente proposta di legge persegue uno degli obiettivi previsti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che, all'articolo 34, riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale in casi come la maternità, la malattia, gi infortuni sul lavoro, la dipendenza o la vecchiaia, oltre che in quello di perdita del posto di lavoro.

I soggetti che vogliono usufruire di tale misura economica devono dichiarare di essere disponibili a trovare un'occupazione, ma anche partecipare a progetti di formazione e di volontariato sociale promossi da enti pubblici e privati, pena la decadenza dal beneficio.

Le misure di inclusione attiva e sostegno al reddito consentono non solo di perseguire l'obiettivo dell'inclusione sociale, ma anche di dare effettività al diritto al lavoro e alla formazione, diritti fondamentali della persona, tutelati dalla nostra Costituzione

Per la prima volta peraltro tali misure vengono estese anche ai lavoratori autonomi in difficoltà.

Prima di entrare nel merito dell'articolato, desidero ringraziare le commissioni competenti, e in particolare il gruppo di lavoro che ha seguito il percorso della presente proposta, sia per la sensibilità manifestata verso il tema in questione, sia per le proposte avanzate per migliorare il testo, che sono state accolte con favore.

Esaminando nel dettaglio l’articolato, l'articolo 1 definisce quale oggetto della presente proposta di legge l'istituzione di misure di inclusione attiva e di sostegno del reddito, al fine di rafforzare le politiche a sostegno del reddito, al fine di rafforzare le politiche di sostegno del reddito e l'inclusione sociale dei soggetti più deboli sul mercato del lavoro, tra i quali sono compresi anche i lavoratori autonomi in difficoltà economica.

L'articolo 2 definisce la nozione di "misure di inclusione attiva e sostegno al reddito" come meccanismo sociale di ultima istanza, attivabile soltanto una volta esauriti tutti gli altri ammortizzatori sociali. Tali misure si sostanziano in un intervento economico limitato nel tempo, per un ammontare di 4400 euro lordi per il periodo massimo di erogazione previsto, e condizionato alla disponibilità di accettare offerte di lavoro o di partecipazione a programmi di formazione finalizzati al reinserimento nel mercato del lavoro.

L'articolo 3 elenca i requisiti per poter beneficiare delle misure a sostegno del reddito quali, tra gli altri, la residenza nel territorio regionale da almeno 36 mesi e un'attestazione ISEE corrente del nucleo familiare in corso di validità inferiore a 6000 euro.

L'articolo 4 disciplina le modalità per la presentazione delle domande di accesso alle misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito.

L'articolo 5 e l'articolo 6 disciplinano la durata della concessione, pari a cinque mesi eventualmente prorogabili, e il patto di inclusione, stipulato tra il beneficiario e il centro per l'impiego o lo sportello sociale competenti, patto che comprende obiettivi di inclusione sociale, di formazione e inserimento lavorativo, e anche obblighi cui il beneficiario deve attenersi.

L'articolo 7 riporta le cause di decadenza dal beneficio.

L'articolo 8 istituisce il Comitato tecnico di coordinamento per le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito presso la struttura regionale competente in materie di politiche del lavoro e dell'impiego, cui spetta il compito di valutare ed approvare le domande di accesso al beneficio.

Con l'articolo 9 viene istituito un fondo per il finanziamento delle misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito presso l'assessorato regionale competente in materia di politiche del lavoro e dell'impiego e con l'articolo 10 viene definito il periodo di applicazione delle misure previste.

Gli articoli 11 e 12 rinviano ad una delibera della Giunta regionale, approvata entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, ogni ulteriore aspetto relativo all'applicazione della presente legge e stabiliscono l'onere complessivo derivante dall'applicazione della stessa.

L'articolo 13 reca la dichiarazione di urgenza.


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