In apertura della seduta straordinaria dell'11 ottobre 2017,
il Consiglio regionale ha respinto la nostra richiesta di iscrizione, fatta insieme ai gruppi UV, UVP e EPAV, di un nuovo punto
all'ordine del giorno che aveva come oggetto l'elezione del nuovo Presidente e
della nuova Giunta. Per l'iscrizione d'urgenza erano richiesti 24 voti:, ma la richiesta ha ottenuto solo i nostri 21 voti favorevoli.
Nel corso del dibattito in aula è intervenuto anche il nostro Capogruppo Jean-Pierre Guichardaz, che ha affermato: «Non
possiamo raccontare che tutto va bene. Per l'ennesima volta il panorama
politico si ridefinisce perché il governo non è in grado di governare
per la mancanza di una maggioranza di Consiglieri in grado di assicurare
supporto. Non è solo questione di numeri, ma anche di volontà di
concretizzare un percorso. Si sarebbe potuto evitare questa parentesi
senza futuro e presupposti, questa alleanza nata contro qualcuno, priva
di basi solide e intese tra le persone. Ora per trattare dossier
interrotti i tempi sono brevissimi. Dovremo anche capire i motivi della
fretta di far approvare tante delibere fuori sacco. Ci aspetta un lavoro
immane per riprendere il percorso interrotto a marzo. Nei prossimi
giorni non ci sarà un nuovo ribaltone, ma il ripristino ex ante della
situazione. Non siamo stati noi a volere questa inutile parentesi che
puntava all'occupazione militare dei gangli del potere. Come avete
potuto pensare che la gente avrebbe creduto alla barzelletta del nuovo
che avanza? Il Presidente Marquis sulla vicenda dei 25.000 euro si è
scagliato contro i suoi avversari, si è definito il garante del
cambiamento, annoverandosi tra coloro che avevano portato una visione
diversa. Ora assistiamo al fallimento delle parole ordine di cui avete
fatto vessillo: trasparenza, condivisione, metodo, onestà; tutti
elementi costituivi della tanto evocata casa di vetro. Invece non avete
condiviso un bel nulla, non avete mantenuto la promessa. La vostra
melina mette ulteriormente alla berlina i valdostani. Invece si deve
tornare a parlare di politica.»
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